Non vi è certezza che sia stato proprio Leonardo da Vinci a progettare la versione definitiva. Quello che è certo è solo che il grande genio studiò a lungo il progetto nel periodo che passò lavorando per Ludovico il Moro, disegnando alla fine nel 1513 un traghetto uguale in tutto e per tutto a quello che è incluso nel Codice Windsor, conservato nell’omonimo castello in Inghilterra.
Da circa 500 anni, quindi, un traghetto specialissimo è in servizio tra le sponde lecchesi e bergamasche del fiume Adda, senza aver prodotto il minimo inquinamento e senza aver usato altra energia che quella umana e della corrente del fiume. Dei quattro traghetti che in totale vennero costruiti nei secoli e utilizzati per attraversare l’Adda, il più importante e l’unico ancora funzionante collega Imbersago e Villa d’Adda, gli altri, tra Olginate e Calolziocorte e Brivio e Cisano Bergamasco sono stati dismessi o sostituiti da ponti in cemento.
Fin dalla sua realizzazione si è pagato un pedaggio, soldi e denari le monete dell’epoca, non sappiamo se fosse molto costoso, ma sappiamo che oggi che il traghetto è di proprietà del Comune e viene dato in concessione ai privati: costa 50 centesimi di euro per la traversata, facendo del paesaggio del Parco Adda Nord una interessante e poco dispendiosa meta turistica della Brianza, dove si possono effettuare piacevoli passeggiate lungo gli argini del fiume, attrezzati anche con aree per pic-nic, ristoranti e trattorie.
Dopo essere stato bloccato a fine 1991 perché non in regola con le moderne norme di sicurezza, il servizio restò fermo per oltre due anni per permettere la costruzione di un nuovo traghetto, identico all’originale, ma a norma, da parte dei bravi maestri d’ascia di Venezia, inaugurato con una cerimonia commemorativa il 22 maggio 1994. Il suo funzionamento è semplice quanto geniale: esso è affrancato tramite un cavo d’acciaio teso tra le due sponde del fiume, i fermi collocati sopra di esso ne permettono lo sbandamento laterale, offrendo le fiancate di galleggiamento alla corrente, che premendo su di esse, lo spinge a muoversi lungo il cavo fino alla sponda opposta, dove vengono scaricate persone e mezzi.
L’energia dell’uomo è usata solo per scostare leggermente le fiancate dal pontile e permettere alla pressione dell’acqua di fare il resto, permettendo la manovra a un solo uomo e rendendo inutile l’uso di un motore. Con una superficie di 60 mq è in grado di trasportare fino a 100 persone e 5 automobili, il manovratore opera su un timone per orientare il traghetto mentre, con l’uso di un bastone in ferro, agisce sul cavo d’acciaio dando la spinta iniziale, poi una volta trovata la posizione obliqua, la corrente ne permette la traversata, lenta, piacevole e con il gusto d’altri tempi. Info sul traghetto sull’Adda