“Difficile ed eroica“, così potrebbe essere definita la viticoltura in Valle d’Aosta. In questa regione, la viticoltura ha percorso parallelamente le vicende umane locali, tanto da trasformarne il paesaggio.
La storia diverge su come la viticoltura sia stata introdotta nella regione. Da un lato c’è chi ritiene che i Romani siano stati responsabili dell’introduzione delle prime viti. Dall’altro c’è chi ritiene che la pianta fosse già presente nella regione molto prima dell’arrivo dei Romani e che fosse nota agli indigeni Salassi.
Secondo la seconda teoria, fu grazie agli scambi commerciali con le regioni limitrofe che venne introdotta la coltivazione della vite, dove la coltura trovò un ambiente ideale secoli fa. La vitivinicoltura sopravvisse per tutto questo tempo grazie al duro lavoro e ai sacrifici dei vignerons locali (o vignaioli, in francese, la seconda lingua della regione).
Si tratta nella maggior parte dei casi di viticoltura di montagna, che ha richiesto la tipica struttura a gradini del paesaggio, con i suoi bassi muri a secco e le minuscole strisce di terreno più o meno pianeggiante. L’altitudine dei vigneti varia dai 300-400 metri (circa 984-1.312 piedi) nella Bassa Valle, ai 500-700 metri (circa 1.640-2.300 piedi) nella Vallata Centrale, fino a oltre 800 metri (oltre 2.624 piedi) nella Valle Alta. A Morgex, a 1.225 metri (oltre 4.000 piedi) c’è il vigneto più alto di tutta Europa.
L’escursione termica estrema tra il giorno e la notte, l’inclinazione con cui i raggi solari colpiscono le viti, dovuta alla natura rampicante dei campi, si aggiunge alla bassa quantità di precipitazioni e contribuisce a creare alcune delle condizioni favorevoli per questo tipo di coltivazione. Il risultato è una serie di vini estremamente tipici, che riescono a ritagliarsi un posto di rilievo nei mercati italiani e internazionali.
La produzione di vini in questa regione può essere considerata di modesta quantità.
Questa Denominazione di Origine Controllata comprende sette sotto-denominazioni per zona e 15 per vitigno. Ci sono 13 vitigni autoctoni in questa piccola regione alpina, di cui solo uno, il Prié, è bianco, mentre gli altri 12 sono rossi.
Tra i vitigni internazionali troviamo Chardonnay, Muller Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Nero, Merlot e Syrah.
La produzione si basa principalmente su grandi cooperative e su alcune piccole imprese private raggruppate in associazione.
Vitigno | DOC | DOCG |
Cornalin |
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Fumin |
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Mayolet |
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Petit Rouge |
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Premetta |
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Prié Blanc |
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Vien de Nus |
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Bianchi
Prié Blanc
È l’unica uva bianca autoctona della regione e deve il suo nome alla tipica maturazione precoce delle uve. Coltivata nei vigneti dell’Alta Valle d’Aosta, da La Salle a Morgex, quest’uva produce un vino facile da bere, dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, dal profumo fruttato intenso, al palato secco e fresco.
Rossi
Bonda
Le prime notizie su questo vitigno, coltivato in poche zone della Valle d’Aosta, risalgono ai primi anni del 1800. Utilizzato soprattutto per conferire colore agli uvaggi, il suo vino è di colore rosso violaceo con riflessi granati, profumo leggero ma vinoso, con moderata gradazione alcolica.
Cornalin
Noto localmente anche come Humagne Rouge, questo vitigno è arrivato nella regione verso la fine del XIV secolo. Oltre a essere utilizzato in alcuni blend della Vallée d’Aoste DOC, quest’uva ha ottenuto una sua sottodenominazione. Il vino è di colore rosso porpora con riflessi granati, con profumo intenso e speziato, bassa acidità e leggermente tannico.
Fumin
Questo vitigno autoctono era tipico della zona vinicola dell’Envers e deve il suo nome alle note affumicate che caratterizzano il suo vino. Il colore del vino è rosso rubino intenso, con caratteristico profumo speziato, austero in bocca, con buona acidità e corpo ricco. Le qualità organolettiche del Fumin migliorano decisamente con l’invecchiamento e l’affinamento in bottiglia, quindi è sicuramente un vino da non bere giovane.
Mayolet
Le prime notizie relative a questo vitigno risalgono al XVIII secolo. Oltre a far parte di uvaggi di sottodenominazione della DOC Vallée d’Aoste, l’uva ha ottenuto anche una sottodenominazione di vitigno a sé stante. Il vino è di colore rosso rubino con riflessi granati, profumo delicato e fine, buona gradazione alcolica, sapore delicato con retrogusto amarognolo.
Petit Rouge (Piccolo Rosso in francese)
Questa varietà è tra le più coltivate nella parte centrale della Valle d’Aosta, da Saint-Vincent ad Arvier. Notizie su questo vitigno risalgono al XVIII secolo, quando era coltivato in tutte le zone vitivinicole della regione, con la sola eccezione delle zone di Morgex e La Salle.
Il vino è di colore rosso rubino, profumo di rosa selvatica, caratteristico, con sapore vellutato e di medio corpo.
Premetta
Le prime notizie scritte su questo vitigno si devono allo studioso Lorenzo Gatta, che ne sottolineò la precocità di maturazione e la grande dimensione degli acini succosi, il cui colore ricordava il rosso corallo intenso.
Attualmente è coltivato in una zona limitata tra Aosta e Avise. Il vino che si ricava dalle sue uve è molto caratteristico. Il colore è rosa intenso con tendenza alle note aranciate, il profumo è fine, intenso e caratteristico, con sapore leggermente tannico. Un moderato invecchiamento migliora la complessità dell’aroma e ne attenua le note tanniche.
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