Quando si parla del Trentino Alto Adige, forse la prima cosa che viene in mente sono le mele, tuttavia, nonostante i meleti siano da sempre la principale coltura specializzata della regione, la viticoltura si è ritagliata una nicchia rispettabile. Grazie alle forti caratteristiche del terroir dei suoi vini, i prodotti enologici regionali si confrontano favorevolmente e reggono bene il confronto, sia nei mercati italiani che internazionali.

Oltre alle variazioni ambientali, che rendono questa zona di produzione un microcosmo enologico, le tradizioni vitivinicole della regione risalgono agli Etruschi in Trentino e agli Illiri in Alto Adige. Come in gran parte d’Italia, però, i Romani ampliarono e organizzarono la coltivazione della vite e la produzione del vino.

Circa il 39% dei vigneti è situato in bassa valle, il 41% in collina e il restante 20% in montagna ed è facile comprendere come l’escursione climatica e la variazione del suolo tra i 70 metri di altitudine della Vallegarina o Basso Sarca e i 900 metri della Valle di Cembra, producano uve con un forte carattere territoriale e caratteristiche uniche.

Il 70% dei vigneti regionali produce uve DOC, e il restante produce principalmente uve IGT. Attualmente la regione Trentino Alto Adige produce sette vini DOC e quattro IGT.

I vitigni bianchi rappresentano il 56,5% dei vigneti regionali, con Chardonnay, Pinot Grigio e Müller Thurgau che rappresentano le varietà più coltivate. Risultati interessanti sono stati ottenuti anche con Pinot Bianco, Traminer Aromatico, Riesling Renano e Sauvignon Blanc. Inoltre, la regione coltiva il vitigno autoctono Nosiola, noto per il suo vino varietale nonché per la grappa e il vino da dessert Vino Santo prodotti con le sue uve.

Tra le uve rosse sono presenti varietà internazionali come il Merlot, il Cabernet e, in minor quantità, il Pinot Nero. In questo caso i vitigni autoctoni Teroldego, Marzemino, Schiava ed Enantio rappresentano la maggioranza della produzione.

Gli spumanti occupano una nicchia rilevante nella produzione regionale e circa il 70% è prodotto con il metodo classico (o rifermentato in bottiglia) e il 30% con il metodo charmat (o rifermentato in botte).

Most spumanti prodotti secondo il metodo classico sono classificati Trento DOC.

Vitigno DOC DOCG
Enantio
  • Trentino e Trentino Superiore
  • Valdadige
Lagrein
  • Alto Adige
  • Casteller
  • Lago di Caldaro
  • Trentino e Trentino Superiore
  • Valdadige
Marzemino
  • Trentino e Trentino Superiore
  • Valdadige
Nosiola
  • Trentino e Trentino Superiore
  • Valdadige
Schiava
  • Alto Adige
  • Casteller
  • Lago di Caldaro
  • Trentino e Trentino Superiore
  • Valdadige
Teroldego
  • Casteller
  • Teroldego Rotaliano
  • Trentino e Trentino Superiore
  • Valdadige

Un’altra importante produzione vitivinicola regionale è rappresentata dalla grappa. Questo prodotto è il risultato della sinergia tra tradizione e innovazione tecnica, che ha migliorato la qualità del liquore e lo ha lanciato sul mercato internazionale.

IGT
Vino Vitigno
Delle Venezie
  • Marzemino
Mittemberg
  • Schiava
Vallagarina
  • Lagrein
  • Marzemino
  • Nosiola
  • Schiava
  • Teroldego
Vigneti delle Dolomiti
  • Nosiola
  • Schiava
  • Teroldego

Bianchi

Nosiola

Questo vitigno a bacca bianca è quello coltivato da più tempo in Trentino. Oltre a essere noto come vino varietale, l’uva è famosa per la grappa e il vino da dessert Vin Santo che se ne ricavano.

Si ritiene che il suo nome derivi dal termine dialettale Nosela, che definisce la varietà locale di nocciola selvatica, a causa dell’aroma di nocciola pervasivo del vino. Questa varietà è coltivata principalmente nella Valle dei Laghi e, più scarsamente, nelle colline che circondano Pressano.

Rossi

Teroldego

Secondo un’antica leggenda, il nome di questo vitigno deriva da Tiroler Gold, ovvero Oro del Tirolo, come veniva chiamato alla corte di Vienna il vino prodotto con le sue uve. Attualmente è coltivato nella Piana Rotaliana, ovvero la zona che comprende i comuni di Mezzocorona e Mezzolombardo. Il vino varietale ha un carattere forte, anche se è fortemente fruttato. L’uso delle uve nella produzione di Vino Novello produce risultati interessanti.

Marzemino

Questo vitigno è tipico della Vallagarina, in particolare delle zone attorno ai comuni di Isera e Volano. Prende il nome dal villaggio di Marzemin, in Carinzia, da dove i soldati dell’antica Repubblica Veneta importarono la vite. Produce un vino giovane e brillante, la cui intensità di colore e freschezza sono un po’ sorprendenti.

Lagrein

Attualmente questo vitigno autoctono dell’Alto Adige è oggetto di grande interesse. Documenti risalenti al XVII secolo, conservati nel monastero benedettino di Muri, vicino a Bolzano, menzionano questo vitigno.

Il vino ha colore rosso rubino, buon corpo e al palato è sapido.

Enantio

Questa varietà, coltivata nella zona conosciuta come Terra dei Forti, ovvero la zona compresa tra il comune di Ala e la barriera di Rivalta, ha più di 1.000 anni. Infatti, quest’uva è citata nelle opere pubblicate da Plinio e Bacci.

In passato veniva utilizzato esclusivamente in blend, ma oggi, grazie alla sua visibilità e alle campagne promozionali, viene utilizzato per produrre apprezzati vini varietali. Il vino ha un corpo forte, è leggermente speziato e il colore è rosso rubino intenso

Schiava

Più che un vitigno bisognerebbe definirlo una famiglia varietale, di cui fanno parte la Schiava Gentile, la Schiava Grossa e la Schiava Grigia.

Menzionato già in opere pubblicate nel XIV secolo, si ritiene che il nome di questo vitigno derivi da un particolare sistema di coltivazione, che richiedeva potature intense per ottenere uve di qualità superiore. Per questo motivo la varietà era chiamata viti sclave, o schiave (viti schiave).

Il vino prodotto con le sue uve è di colore rosso rubino, con profumo fruttato e caratteristico, sapore morbido con leggere note che ricordano la mandorla.

 

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