Non è comune pensare al lago di Varese come di qualcosa di molto antico, eppure, questo relativamente piccolo specchio d’acqua incastonato tra le colline e le Prealpi lombarde che lascia affascinati per la sua bellezza e la sua tranquillità, è praticamente un enorme quanto suggestivo fossile vivente. La sua origine, infatti, risale a circa 15.000 anni fa, contemporaneamente a quella del vicino lago Maggiore, quando il ritiro del ghiacciaio del Verbano creò la grande conca in cui si trovano oggi la città di Varese ed il suo lago che, all’epoca, aveva una superficie molto più ampia e comprendeva gran parte dei laghi circostanti. Le sue sponde erano già abitate nel primo Neolitico, corrispondente al VII-VI millennio a.C., periodo preistorico del quale ci sono pervenuti molti resti databili almeno fino alla fine dell’età del Bronzo, nel X secolo a.C. circa, e tra questi una vera e propria perla fossile: l’isolino Virginia.
Questa piccola isola, di forma triangolare e di soli 9200 metri quadrati di superficie, è in realtà quello che resta di una grande palafitta, costruita dall’uomo per poter far fronte ai mutamenti delle acque del lago ed a causa dei quali ha dovuto spesso adattare o spostare le proprie dimore occupando di volta in volta luoghi diversi, sfruttando l’habitat favorevole alla pesca e sottraendosi alle insidie di animali predatori e tribù rivali. Terminata la sua occupazione, detriti e sabbia arenati nei millenni, ne hanno costituito l’attuale corpo che assume un’importanza archeologica tale da essere uno dei siti più conosciuti e famosi tra gli studiosi di archeologia della preistoria europea.
La piccola isola
La piccola isola è forse la più importante di un grande complesso transnazionale di luoghi di grande rilevanza archeologica, che ne conta altri 110 sparsi per tutte le regioni e nazioni che costeggiano le alpi ed è riconosciuto dal 2011 come patrimonio dell’umanità quindi protetto dall’UNESCO quale “Sito palafitticolo preistorico dell’arco alpino”. Questa strana “isola artificiale” si trova nel lago di Varese, proprio di fronte al centro abitato del comune di Biandronno, separato solo di pochi metri dalla sponda del lago e, nonostante la sua importanza, è conosciuto dal grande pubblico, che spesso non sa nemmeno dell’esistenza del posto dove si possono ammirare i resti dell’insediamento preistorico come in un viaggio nel tempo. Una volta sull’isola non è difficile immaginare perché proprio in questo luogo si trovi il più antico insediamento palafitticolo di tutto l’arco alpino, dato che la posizione in cui sorge è immediatamente percepita come molto tranquilla e da sempre conosciuta proprio per questa sua caratteristica, legata strettamente alla bellezza ambientale del lago, alla vegetazione e alla fauna che qui si trova.
Luogo panoramico
Annoverato in passato fra i più panoramici della Lombardia, il lago di Varese ha mantenuto nel tempo il fascino di paesaggi incontaminati non molto dissimili, in alcuni casi, a quelli dei tempi neolitici ed è da sempre noto per la sua ricchezza ittica e considerato uno dei laghi più pescosi d’Europa. L’isolino era chiamato originariamente Isola di S. Biagio e successivamente Isola di Donna Camilla Litta, per essere ribattezzata a fine Ottocento con il nome attuale di Isolino Virginia per volere del suo proprietario, il marchese Andrea Ponti che la dedicò alla moglie, ed a noi giunta con quel toponimo quando, nel 1962, diventò proprietà del comune di Varese in seguito alla donazione da parte del Marchese Gianfelice Ponti, suo ultimo proprietario. La particolarità dell’isola quindi sta nel fatto che pur possedendo sulla sua superficie un piccolo Museo Preistorico, che dipende dal Museo Archeologico di Villa Mirabello, è essa stessa un museo ed area archeologica ed ambientale vincolata creando nel posto un equilibrio tra storia e ambiente di intensa ed unica bellezza che donano al visitatore intense e piacevoli emozioni.