La grande beffa della chiesa di Baggio

Immagine I Viaggi del Cactus, utilizzo consentito con licenza CC02

Se vi mandano a suonare l’organo a Baggio non fidatevi, stanno dandovi dello stupido!

Tra le più famose e tipiche espressioni meneghine vi è senz’altro “Va a Bagg a sonà l’òrghen!”, ovvero “Vai a Baggio a suonare l’organo!”, ma non è un invito vero, si tratta di un antico modo di dire per deridere e mandare via stupidi e scocciatori affidando loro un compito impossibile, infatti nella piccola chiesa di Baggio, un quartiere di Milano che era in passato un comune a sé stante, l’organo non esiste ed è solamente dipinto sul muro.

Il perché di questa strana scelta ce lo rivela la storia, nel 1865 la chiesa parrocchiale costruita nel 1070 nel borgo sulla strada per Magenta ormai non bastava più a contenere la popolazione troppo cresciuta numericamente rispetto ai posti in essa disponibili, così nell’intento di ampliarla, furono raccolti i soldi per le opere in muratura e per dotarla di un grande e maestoso organo che, come si usava allora, era uno strumento indispensabile per i parrocchiani e spesso motivo di competizione tra le chiese ed i borghi nei quali sorgevano per chi avesse quello più grane e più bello.

Ma, come spesso capita ancora oggi, lungaggini, imprevisti ed aumenti di costi rendevano talvolta i propositi difficili da realizzare, così con il procedere dei lavori le difficoltà aumentavano ed a lavori quasi ultimati non rimasero più denari sufficienti all’acquisto dell’organo che doveva completare l’opera e dare lustro al paese.

A corto di tempo per gli imminenti ed attesi festeggiamenti da molto annunciati e senza poter chiedere altri soldi alla popolazione che aveva già dato il possibile, fu escogitato un trucco che passato alla storia: invece di acquistare un organo vero ne fu fatto dipingere uno sulla parete di fondo della chiesa da un abilissimo pittore che con maestria di colori potesse mostrare agli avventori, ingannandoli, delle grandi e lucenti canne in bella vista.

Se questa è la storia, la leggenda dice che almeno in principio l’inganno riuscì, ma che terminati i festeggiamenti la popolazione incuriosita dal silenzio dell’organo insistette affinché fosse suonato per poterne apprezzare anche il suono oltre alla bellezza finché, con grandissima sorpresa e disappunto, dovette prendere atto della inaspettata situazione.

A questo punto, sebbene arrabbiati, cittadini e donatori non se la sentirono di perdere la faccia di fronte agli altri villaggi con uno scandalo, così decisero di far buon viso a cattiva sorte e dopo un primo scalpore tutti risero della trovata trasformando la riuscitissima beffa in un modo elegante per deridere gli stupidi.

Da allora, per cacciar via o anche solo deridere uno stolto millantatore o delle fastidiose quanto inutili insistenze, si usa il detto va a bagg a sonà l’òrghen, (vai a Baggio a suonare l’organo) qualche volta con la parte finale pitturaa in sul mur (dipinto sul muro) o “se te se bun” (se ne sei capace).

Un’altra opinione tramandata nella storia e popolare tra i più ricchi abitanti del centro milanese, però, sostiene che, non esistendo traccia certa sia delle spese di costruzione che dei fondi raccolti, e quindi delle vere ragioni della scelta, il dipinto fu una scelta iniziale dei residenti perché il paese era comunque troppo povero per poterselo permettere e la popolazione sapeva di dover spendere quasi tutti i loro averi già per la sola costruzione delle mura della chiesa.

In ogni caso, qualunque sia la verità, nella chiesa del quartiere di Milano, distante ben otto chilometri da piazza del duomo, si trova ancora un organo dipinto, anche se affiancato da uno vero costruito nel 1926 dall’organaro Edoardo Rossi, quando l’edificio originale della chiesa fu ricostruito dopo averlo abbattuto perché pericolante.

In quell’occasione si volle tenere fede alla tradizione che voleva l’organo dipinto, ma anche dotare finalmente la chiesa di un organo vero che oggi si può sentir suonare all’interno della struttura.

La storia dell’organo di Baggio è così famosa a Milano e si è così diffusa nel tempo e gelosamente tramandata dai residenti da aver dato vita a poco a poco anche ad altre manifestazioni diventate oggi vere e proprie tradizioni, come l“Orghen d’or” (organo d’oro), che è un riconoscimento assegnato a persone e/o ad associazioni che si distinguono con la loro opera per animare e far vivere il quartiere, ed il più recente premio l’”Organin de Bagg” (L’organetto di Baggio), che dal 2012 è stato aggiunto alla manifestazione principale come premio assegnato al vincitore del Concorso Musicale l’”Orghen Sonà” (l’organo suonato) riservato a gruppi giovanili che si esibiscono con esso durante le celebrazioni liturgiche.

Forse Baggio è un po’ lontano dalle mete turistiche tradizionali, ma se vi trovate nei paraggi l’organo dipinto è certamente una curiosità da non lasciarsi sfuggire.