Un eremo in città sembra una cosa assurda, eppure a Torino ce n’è uno: è il Convento dei Frati Cappuccini e si trova su un piccolo promontorio ai piedi della città chiamato, appunto, Monte dei Cappuccini.
Dal piazzale antistante la chiesa, che prende il nome di Piazzale del Monte dei Cappuccini, si gode una vista incomparabile sui tetti della città, una vera e propria terrazza con vista esclusiva sulla distesa cittadina ed i suoi monumenti, con la famosissima Mole Antonelliana a dare bella mostra di sé.
Nonostante sia poco conosciuto dal turismo di massa, che come simbolo di Torino elegge più frequentemente l’imponente Mole, la Sacra Sindone, il museo egizio, primo al mondo dopo quello del Cairo, ed i numerosi monumenti e palazzi del centro cittadino, il Monte dei Cappuccini è forse il una delle immagini di Torino più vecchie.
Anticamente baluardo difensivo degli interessi torinesi, detto “bastita”, e teatro di assalti ed assedi, cessata la sua funzione strategica, nel 1473 divenne beneficio feudale e proprietà privata ed il suo ultimo proprietario, della famiglia Scaravello, nel 1581 lo vendette al Duca Savoia Carlo Emanuele I che vi volle insediare i Frati Cappuccini, costruendovi il convento e l’imponente chiesa.
Proprio la chiesa è il monumento più importante del posto, terminata solo nel 1637 e realizzata in stile prebarocco a croce greca, è un edificio interessante, severo e solenne dalla grande cupola sferica e riccamente decorato.
Dal 1583, quando viene piantata la croce sul piazzale, la presenza ufficiale dei Frati Cappuccini dà il nome a tutti i paraggi.
La regola dei frati che vi dimorano è preghiera e fraternità, essi fanno voto religioso di povertà, castità ed obbedienza e si ispirano direttamente alla regola di San Francesco a seguito di una riforma interna all’Ordine dei Frati Minori, nel 1528, che diventarono così frati francescani Cappuccini.
I Cappuccini praticano una vita di preghiera contemplativa e povertà particolarmente rigida e la loro austera presenza si percepisce sul posto, che trasmette un senso mistico e potente di contatto con la natura, pur così vicino alla città.
Non si può fare a meno di pensare alla grandezza della natura e all’operosità dell’uomo osservando i tetti cittadini e la vastità della pianura circondata dall’arco alpino, e non si può fare a meno di visitare questo suggestivo posto dell’anima quando si ha qualche ora libera a Torino.
Un piccolo punto di fuga dell’anima, che suggerisce pace interiore, meditazione. Un toccasana per lo spirito.